Quel Rude Venerdì Metallico /191:Du’ Ballad



Non ho mai sopportato le ballad, almeno la stragrande maggioranza di queste le ho sempre saltate durante i miei ascolti, le eccezioni sono davvero poche. Non per fare il duro a tutti i costi, mi è davvero difficile trovare una canzone in stile Perlana (l’ammorbidente) che sia una grande canzone piuttosto che un insieme di terribili lamenti accompagnati da arpeggi acustici. Se mi metto a pensare a ballad brutte me ne vengono in mente una bella catasta, balzano alla mente certi obbrobri degli Hammerfall da accapponare la pelle, tanto per farvi un nome così a caldo. Quelle robe che vorrebbero ma non posso, degne di un festival della canzone italiana qualsiasi, mi mettono addosso una pesantezza insopportabile. Perchè una band dovrebbe scrivere una ballad quando non è proprio nelle sue corde? Prendete ad esempio i Primal Fear. E’ già grasso che cola che riescano a scrivere due pezzi gagliardi uno di seguito all’altro, figuriamoci quando si mettono a scrivere quei pezzi strappamutande come quello presente nell’ultimo “Rulebreaker”, tale “The Sky is burning”. Ma di sicuro sono io, a molti piace il momento soft e va bene così. Figuriamoci, la sacra regola del “tutti gusti…” vale sempre. Non è rallentare un attimo quello che mi infastidisce, basta sapere come farlo, il volere trasmettere davvero un’emozione riuscendo a renderla intensa. Prendete gli W.A.S.P., quando Blackie ruggisce sono felice, quando le chitarre fischiano e rombano c’è gioia incontenibile nell’aria. E quando parte una ballad o un pezzo più riflessivo, tanto per dire una “the Idol”, sono tra i pochi gruppi che non mi fanno gridare “checcojoni” e passare alla canzone successiva in un nanosecondo. I loro pezzi lenti sono di un’intensità incredibile, non ci pensano nemmeno a mollare la presa emozionale, cambiano solo registro e riescono a tenermi con le orecchie incollate senza problemi. Non sono i soli, ce ne sono di artisti bravi a coinvolgermi senza fare “caciara”, a regalare quella piccola perla melodica che trasuda emozione.

Non mi nominate nemmeno i Metallica e la nefanda “Nothing Erza Maters” o la saga in più parti(uguali) di “the Unforgiven”, pezzi che come ho scritto molte volte sono fonte di numerosi equivoci nelle conversazioni.  La ripeto come un comico ripropone i suoi pezzi: “Ascolto anche io Metal, non tutto però mi piacciono i Metallica” “Ah te credo, mi piace moltissimo ‘Disposable Heroes’ ” “A me ‘Nothing Erza Maters’ e pure quell’altra, quella che comincia con un PEEEEEEEEEEEEEEEE”. Testata sul naso se siete persone violente. Occhiataccia e fredda cortesia se siete più zen e controllati.

Le ballad per sono un’eccezione rischiosa, devono davvero dimostrare di essere meritevoli e degne di interesse. Altrimenti resta solo un esperimento mal riuscito o un modo sciocco per dare varietà ad un album composto dallo stesso riff girato in tutte le direzioni possibili.

Voi che dite? Siete più tolleranti di me? Penso proprio di sì…

(BellaD dedicata al mio Amore, un momento tenerone di qualità)

 

 

10 commenti su “Quel Rude Venerdì Metallico /191:Du’ Ballad

  1. ” Quelle robe che vorrebbero ma non posso, degne di un festival della canzone italiana qualsiasi, mi mettono addosso una pesantezza insopportabile.” 94 minuti di applausi. Le ballad sono la mmmmmmmmmmmerda incarnata, le ho sempre odiate, sempre lo farò. La maggior parte delle band è totalmente incapace di farle ma si incaponisce, come per una specie di atto dovuto, non so.

    • Grazie ND, non capisco perchè certi, anzi troppi, pensino che un arpeggino di merda sia l’equivalente di un grande pezzo. Non lo capirò mai davvero, mi limito ad evitare certi orrori con cura.

  2. sulla scarsità di certe ballads di bands più o meno recenti sono d’accordo ma la mia dose periodica di “rock ballads” classiche (Scorpions, Def Leppard, Journey ecc…) non riesco a farne a meno…

    • Quelle sono nella categoria “intense”, pur non cercandole non le schiferei. Purchè degli Scorpions non stia parlando della tremebonda “Winds of change” 😀

  3. a me non dispiacciono….però ad esempio quando ci provano gli Iron Maiden si sente che non è nelle loro corde. quelle dei Wasp sono belle ed intense, pienamente daccordo, e per me è stupenda anche l’accoppiata Another day e Surronded dei Dream theatre da images and words.

    e poi anche senza scomodare la più alta qualità, un pezzo come Home sweet Home dei Motley Crue lo si sente sempre volentieri.

    in generale comunque ho il sospetto che molti lo facciano per allargare la base di ascoltatori, tipo “chi sono i Metallica? ah si, qulli di nothing else matter”.

      • non molto riuscita, eppure pare che a bruce dickinson piacesse molto (del resto lui suona sempre volentieri anche the ballad of the ancient mariner che per me è pallosissima).

        però, oh, nessuno mi tocchi Silent Lucidity dei queensryche!!!!!!

  4. A prima botta a questo giro non posso dichiararmi pienamente concorde.. la tua mi sembra un pò una posizione talebana.. penso che a prescindere dai gusti la qualità di una ballad varia come la qualità di qualsiasi altra canzone, alcune eccelse altre buone, altre passibili e un sacco monnezza.. ma classificarle monnezza a prescindere quasi tutte sinceramente mi sembra esagerato..

    • Infatti non ho detto questo, ho solo detto che di norma non è quello che cerco quando ascolto musica. Non le amo molto, salvo qualche eccezione davvero meritevole. Non intendevo dire che fanno tutte schifo insomma, quelle tremende son quelle di gruppi che proprio non sono in grado di scriverle ma insistono.

  5. Anche ai più duri tra i duri ci può scappare una lacrimuccia ed ecco che esce fuori la ballad! Alcune son belle, alcune son brutte ma molte (troppe) son furbe: “Allora il primo brano è quello tirato così famo vedé che semo ancora intransigenti, il secondo pure tirato ma col ritornello ammicante tante volte ce lo passassero da qualche parte e poi sfonnamo, il terzo un mid-tempo se no l’avventore casuale se scojona, il quarto è la ballad con l’arpeggione che piace a tutti, il quinto durissimo se no ce ridicono che se semo venduti, il sesto…”

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