Il disco “dal vivo” oggi è un modo per tappare i buchi, per mantenere il nome sul mercato in attesa di nuove uscite. E forse lo è sempre stato, ma alcuni di questi album sono entrati nella storia, come e meglio di certi album in studio. Oggi è difficile trovare dei buoni motivi per acquistare un disco live, ma anni fa era quasi un rito di passaggio per certe band. In fondo non c’erano minuti e minuti di video disponibili in Rete, non c’erano nemmeno le possibilità che oggi ha un adolescente per conoscere in tempi rapidi un gruppo ed i live erano la maniera più veloce per conoscere i classici che una band aveva da offrire. Ce ne sono molti fondamentali da avere per forza nella propria collezione, ma questi dieci VANNO acquistati subito se non li avete. Forse non sono tutti così genuini come si crede, ma l’illusione e la cifra storica aiutano ad ignorare questo aspetto.
Il post comprende solo dischi che hanno formato audio, per i video ce ne sarà uno a parte, un domani. E se fate i bravi come l’altra volta nei commenti, rivelando i vostri dieci preferiti, ci scappa anche la classifica dei dieci peggiori.
10.Hell on Wheels/Hell on Stage
Parte male la classifica barando subito con due titoli in una sola posizione, ma c’è un motivo. “Hell on Wheels” è la primissima testimonianza su disco della tronfia potenza live dei Manowar coi loro suoni esagerati e anche se Adams non è quello dei tempi d’oro, questo live ha il sapore dell’evento. Anche perchè nessuno sapeva quello che sarebbe venuto dopo:una tonnellata di roba tutt’altro che epica ed imperdibile. La copertina è un capolavoro di bruttura, con De Maio che mostra la sua smorfia da “che cazzo vuoi?”, Eric Adams che pratica la fellatio ad un microfono e Karl Logan in posa Fantozziana. E il povero Scott è quello che fa la figura migliore tiè! Il secondo live del gruppo “Hell on Stage” uscì un paio d’anni dopo l’altro, ed era assai meglio. Canzoni prese dal repertorio anni ottanta, Adams più in palla per un live che fa sembrare l’altro uno scarto pubblicato da un’etichetta minore. Sono nella stessa posizione proprio perchè complementari ed usciti subito l’uno dopo l’altro, ma se doveste sceglierne uno solo, prendete “Hell on stage”.
9.Kiss-Alive

La storia dell’Hard Rock e del Metallo, passa anche da qui. Quanti artisti ha ispirato il basso di Simmons o la chitarra di Frehley? Moltissimi dichiarano che proprio “Alive” fomentò la voglia di suonare uno strumento e diventare come i Kiss. Come si può biasimarli ascoltando una prestazione devastante, ricca di energia e passione come questa? Qui le tonnellate di “merdandising” ancora non erano più importanti della musica e si sente: alcune canzoni sono migliori della versione in studio, pompate al massimo dalla forza e dal carisma del gruppo sul palco. E pensare che “Alive” uscì per aiutare proprio le vendite dei dischi in studio, vendevano poco nonostante ai concerti ci fosse sempre il pienone. E con “Alive” si capisce il perchè…
8.Savatage- Ghost in the Ruins

Un omaggio allo scomparso Criss Oliva, scomparso due anni prima in un incidente stradale. “Ghost…” è la testimonianza di quello di cui era capace Criss, un artista immenso dotato di classe e gusto. Il disco è una raccolta di brani suonati dalla formazione classica dei ‘Tage durante il tour americano tra il 1987 ed il 1990, resi alla perfezione, anzi anche meglio degli originali. Criss è di un altro pianeta e questo tributo è il minimo indispensabile per conoscere un chitarrista scomparso troppo presto e ricordato troppo poco. Se non ci fosse la commozione a sottendere tutto il disco, rimarrebbe comunque un’opera da conoscere obbligatoriamente.
7.Ozzy Osbourne- Tribute

Sulla scia degli omaggi non può mancare “Tribute”, il live che Ozzy dedica allo scomparso Randy Rhoads. Il piccoletto dalla chitarra a pallini è inarrestabile, le canzoni sono quelle del periodo d’oro degli inizi della carriera solista per Osbourne, con alcuni obbligatori passaggi dalle parti dei Black Sabbath reinterpretati con personalità incredibile da Rhoads. La sua chitarra fischia che è un piacere, con quegli assoli memorabili e quei riff così piantati nella Storia. La commozione raggiunge livelli quasi insopportabili con la strumentale “Dee”, con Randy in studio che prova e riprova a suonarla per quattordici minuti. Documento imperdibile.
6.Mayhem- Live in Leipzig

Il terrore e la paura veri come non si erano mai sentiti prima su un disco, un gelo quanto più vicino alla Morte e alla disperazione di tutto il Black Metal messo insieme . La formazione migliore dei Mayhem, Hellhammer alla batteria, Necrobutcher al basso, Euronymous alla chitarra e Dead alla voce per una prestazione che mette addosso un’inquietudine incredibile. Il cantante, suicida qualche anno dopo, ostenta tutto il suo odio e la sua misantropia dietro quel microfono, urlando come una megera appena posseduta carnalmente dal Demonio. Un marchio pesante nella storia del Metallo, fondamentale e letteralmente, pauroso: una volta ascoltato non si dimentica più.
5.Iron Maiden- Live After Death

Quando il cuore parla non ci sono cazzi, si ascolta. Ed i Maiden il cuore te lo rubarono per sempre con questo monumentale disco. La voce di Bruce Dickinson che incita la Long Beach Arena prima di cantare classici su classici, il basso di Steve Harris, i chitarroni di Smith e Murray che forgiavano la tua Metallaritudine tra assoli e riff da brivido e Nicko che pestava come un dannato. Per chi oggi si trova perso tra gli innumerevoli titoli e compilation, basti sapere che posseduto questo non serve altro. Il resto è un orpello inutile, il vero pilastro per capire quanto siano animaleschi sul palco i Maiden è questo. (anche un altro ma lo citi dopo tra i bonus…)
4-Slayer- Decade of Aggression

Il massacro degli Slayer portato comodamente a casa vostra, servito direttamente in faccia. C’è tutto: le urla di Araya, che come disse qualcuno* è la prova vivente che si può fare musica brutale senza cantare in growl, la gigantesca batteria di Lombardo e le chitarre del duo King/Hanneman. Gli Slayer non hanno la minima pietà nei confronti dell’ascoltatore, rapito dalla follia e dalla rabbia dei quattro ameregani.
Suoni tutt’altro che perfetti ma completamente dal vivo, per il disco live definitivo del Thrash Metal.
3-At the Gates- Purgatory Unleashed- Live at Wacken 2008

Il ritorno di un gruppo che ha segnato la storia recente del Metal, una band fondamentale che si è sciolta di proposito all’apice della sua carriera. Tornati per omaggiare i fan con un tour d’addio, gli Svedesi registrano questo live (anche in DVD) in Germania, al Wacken Open Air Festival. Ci sono tutte le migliori canzoni e l’energia è quella di un tempo, affinata dall’esperienza. Il disco è fondamentale per capire quanto sia immensa la band dei fratelli Bjorler anche dal vivo e di quanto sia pesante il vuoto che hanno lasciato. Devastanti ed inimitabili, seppure saccheggiati a mani basse.
2-Judas Priest- Unleashed in the East

La saprete tutti la faccenda legata a questo disco ed al fatto che sia stato pesantemente ritoccato in studio, con la famosa presa per il culo “Unleashed in the studio” a riassumere il concetto. Anche con tutti i ritocchi del mondo, “Unleashed…” è il disco in cui le prime grezze versioni di classici del Metallo vengono fuori nella loro forma più convincente. Le chitarre creano riff dopo riff le basi per il futuro, definiscono con attenzione e ferocia i canoni di un genere allora ancora senza chiari punti di riferimento.
Non si può ignorare questo album, proprio no.
1-Motörhead- No sleep ‘til Hammersmith

I Motörhead raggiunsero la cima delle classifiche con questo live immortale, denso e pregno di Metallo. Come per i Judas Priest di “Unleashed…”, sono qui le versioni “vere” e definitive di alcuni classici come “Overkill”, suonata con la giusta carica e velocità. Impagabile l’errore di Philty nell’attacco di “Ace of Spades”, oggi non sentireste mai una cosa del genere, nella ottusa smania di ricercare la perfezione assoluta. Tra l’altro è una versione davvero energica da parte di Lemmy, non ancora stufo da trent’anni di repliche.
Il live più bello del mondo, senza tanti giri di parole.
Titoli bonus con commento secco e veloce.
Dio at Donington UK:1983-1987
Accept-Staying a Life
Saxon- The Eagle has Landed
Deep Purple- Made in Japan
Iron Maiden- Maiden Japan
AC/DC- IF you want Blood…you’ve got it
*lo scrisse Luca Signorelli su Metal Hammer
per gli Iron Maiden si può menzionare anche l’ottimo Donington 1992.
un altro album dal vivo che merita è il Live at the Marquee, dei Dream Theatre.
Beh, sì ma quello fondamentale è “Live after Death” c’è poco da fare. E prova anche quello con Di Anno, roba gagliardissima.
I DT non mi piacciono, ma mi fido di te 😀
Sempre rimanendo in territorio dei Kiss, mi è piaciuto molto il live che hanno fatto con la Melbourne Symphony Orchestra, credo si chiamasse Alive IV ed era composto da 2 dischi di cui uno suonato con strumenti rock tradizionali e l’altro con gli arrangiamenti cambiati per l’adattamento all’orchestra.
Sì non era male, rispetto a cagatoni simili tipo un certo “S&M”…
Bhè, direi che sono d’accordo quasi su tutto, a parte i Mayhem che proprio non gradisco e gli At the Gates che non mi piacciono (escluso Slaughter of the Soul); ottimi invece i mai troppo considerati Savatage, veramente una delle band migliori del panorama metal nonché tra le mie preferite in assoluto. Io citerei anche Live Scenes from New York dei Dream Theater, dove il concept di Metropolis 2 si esprime al meglio, anche grazie alle immagini e ai filmati proiettati e poi soprattutto il Live Sh*t dei Metallica: la band al massimo della forma, da lì in poi niente è stato più lo stesso per loro (purtroppo…)
Hai ragionissima sui ‘Tallica, soprattutto le cose sono andate peggiorando per Lars 😀
Io fra i “bonus” e contemplando solo uscite “ufficiali” citerei pure “The Song Remains The Same” dei Led Zeppelin i Whitesnake con “Live in the Heart of the City” (fantastica la versione di “Mistreated”) e i Saxon di “The Eagle Has Landed” (Li’ si che senti la potenza della voce di Biff…). Sono dischi un po’ retro’ ma favolosi.
“THe Eagle…” c’è!!! Tra i bonus, ma c’è! 😉
Ops….