Quel Rude Venerdì Metallico /168: Motöragain



Non pensavo che sarebbe accaduto, ma con i Motörhead non si sa mai e forse c’era da aspettarselo. Il 28 Agosto prossimo uscirà il nuovo album intitolato “Bad Magic” di cui agevolo la copertina a fine post. Sapete tutti cosa ha passato Lemmy, i malori e il cambio nel suo stile di vita, ma c’è una cosa di cui nessuno parla mai o finge di non sapere: Lemmy ha l’età di vostro nonno, o per le mie generazioni, di nostro padre. Forse non significa nulla, in fondo anche George Miller a settant’anni ha sfondato parecchi culi con il suo ultimo film, eppure guardando le foto più recenti è palese quanto sia provato e stanco il nostro mitico Mr. Kilminster, ostinato nel non mollare.

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Io so già che sto disco lo prenderò e lo ascolterò, come molti di voi scommetto, però dentro di me spero davvero che sia questa l’occasione buona per concludere un’epopea leggendaria prima che si trasformi in una macchietta. Non fraintendetemi, io considero i  Motörhead e Lemmy come un secondo padre, ed è per questo che non voglio vederli ridicolizzarsi. Sì, spaccano ancora e  tutto quello che volete, ma sebbene a malincuore vorrei che si fermassero qui. Non c’è ragione di andare avanti per inerzia o per dimostrare chissà cosa, ormai sono entrati nel mito, nessuno potrà mai dimenticarli o fingere che non siano mai esistiti.

Penso che il non volersi arrendere all’età avanzata sia dovuto al fatto che Lemmy non sa fare altro, non sa vivere in un modo diverso, il suo ciclo vitale è da sempre disco-tour-disco-tour e non sa rassegnarsi ad interromperlo, gli sarà costato moltissimo già rallentarlo. La sua visione della vita è tutta lì, non c’è altro. Per molti sarà abbastanza, per altri una tristezza immonda. Io non sono qui per giudicare e psicanalizzare Lemmy, ognuno è libero di fare quello che vuole del tempo che gli viene concesso, mi viene solo da pensare quanto sia complicato e difficile per un essere umano concepire quando sia il momento giusto per dire basta. Quanto sarà dura accorgersi che ci si sta trascinando, fingendo che il tempo per noi sia solo una scomoda sensazione e non una realtà con cui fare i conti.

Se non volete deprimervi prima del week end non pensateci, crogioliamoci tutti insieme nel rassicurante: “Lemmy è immortale! Grandissimo, non mollerà mai!”.

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Come lo giri lo giri, lo Snaggletooth fa sempre la sua figura.

 

9 commenti su “Quel Rude Venerdì Metallico /168: Motöragain

  1. Completamente d’accordo. E spero che Bad Magic sia di nuovo un gran bel disco, tipo Motorizer, Kiss Of Death o The World Is Yours tanto per restare agli ultimi anni, in modo da cancellare il ricordo di Aftershock. E che chiuda così, nel migliore dei modi, una carriera epica.

  2. Condivido tutto quello che hai scritto a proposito di Lemmy e dei Motorhead.
    Anni fa vidi un documentario su Lemmy, il cui scopo era ovviamente mostrarne la figaggine, che certo non gli manca. Mi ricordo però che l’impressione del momento poteva cambiare radicalmente fermandosi un attimo a quello che si era visto: fondamentalmente ritraeva un uomo attempato la cui vita ruotava intorno ad una casa buia, piena all’inverosimile di cimeli dei Motorhead, da dischi d’oro a stampe a pupazzi con le sembianze di Lemmy, con un figlio casuale che abita con lui (“ah sì questo è mio figlio, poi qui c’è la stampa originale della copertina di Bomber, e qui invece…”). Il luogo di svago era il bar dietro casa, dove poter passare pomeriggi interi a giocare alla slot e a bere.
    Alla fine boh, mi ricordo che mi fece un po’ pena. Non nel senso completamente negativo del termine, ma comunque penso che abbia messo in evidenza una fragilità ed una solitudineche molti, me per primo, tendiamo ad ignorare a priori in queste figure ormai mitologiche. Ormai l’era delle groupies e degli acidi è bella che passata, ma non vogliamo ammetterlo nemmeno con noi stessi, e questi semidei che noi immaginiamo dentro a ville enormi con piscina si trascinano stancamente per le stanze nelle loro ciabatte di velluto, in attesa di imbracciare nuovamente lo strumento per il prossimo tour.
    Insomma, a Lemmy auguro tutta la salute possibile, e soprattutto di godersi tutto il tempo che gli resta. Ma di goderselo veramente: vivere e non sopravvivere.

  3. Questo è un periodo di sfighe assortite pertanto ho bisogno di certezze:
    Lemmy è immortale, grandissimo, non mollera’ mai!
    😉

  4. ora sembra una banalità da dire, ma la nostra è la prima generazione che vede i propri idoli sparire non tanto (non solo) per i soliti cambi nelle mode e nelle tendenze, ma proprio per invecchiamento naturale. se si pensa a tutti i gruppi dei primi anni 70, anche se i componenti iniziavano giovani, in qualche caso hanno l’età da pensione, e magari fino all’inizio del millennio sembrava un momento lontano nel tempo. ora ci dovremo fare l’abitudine, se non è per questo album del motorhead sarà per il prossimo, o per qualche altro nome.

      • quello purtroppo è da mettere in conto con certi stili di vita. ma quello a cui andiamo incontro è proprio il ritiro dalle scene per sopraggiunti limiti di età, cosa che anche solo una quindicina di anni fa sembrava molto lontana. e nessuno prima dei fan metallari attuali si era mai trovato in una situazione simile.

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