Testament- Dark Roots of Earth


I Testament sono da sempre un oggetto di culto e una band che in fondo ha sbagliato poco, in maniera meno clamorosa rispetto ad altri celebri colleghi. Però in alcune fasi della  carriera, sembrava una band che aveva realizzato un album d’esordio gigantesco che non si era più ripetuta a quei livelli. Soprattutto nel periodo “Souls of Black”/ “The Ritual”, album medio scarsi, giudicati allora più severamente di quello che meritavano, dischi con i quali il gruppo  cercò di rinnovare la propria proposta e nello stesso tempo aumentare la base dei fan. Non funzionò per niente e la risalita fu lenta e difficile, soprattutto in quegli anni dove la “flanella” ed il Death Metal lasciavano pochissimo spazio ad altro.

Ma Peterson e Billy non si lasciarono abbattere e cambiando più line up che mutande, riuscirono ad uscire dalla confusione e a trovare una nuova strada. Dopo l’esperimento di “Demonic”, disco che sarai l’unico sul globo ad apprezzare, la rinascita con un disco troppo bello per essere vero, suonato da una formazione da sogno:”The Gathering”. La malattia di Chuck Billy fermò di nuovo il processo di rinascita, fortunatamente dopo la guarigione del gigantesco cantante il gruppo tornò in studio con una formazione stabile, praticamente quella degli esordi, con in più il micidiale Paul Bostaph alla batteria. Nuovo discone, ma di nuovo guai per la line-up con Bostaph fermo a causa di un infortunio. E passano altri quattro anni, ma finalmente ci siamo, “Dark Roots of Earth” è il disco che scioglie ogni dubbio: i Testament non sono una promessa non mantenuta, sono una meravigliosa e ignorantissima realtà.

In attesa della guarigione di Bostaph, il gruppo ha chiesto ad un certo Gene Hoglan (sempresialodato) di suonare la batteria in studio(e pare che coprirà anche le date del tour), un valore aggiunto ad un disco che già dalle anteprime aveva fatto piangere lacrime di gioia.

E’ una sorpresa constatare che questo lavoro non è una salva di brani mitraglia compatti. “Dark Roots…”  recupera l’anima vera dei Testament,  quella che si affida ad un Metallo immediato, melodico eppure sempre durissimo. Ci sono i brani proiettile, come “Rise Up” o “True American Hate”,  ma anche canzoni più melodiche dal mid tempo irresistibile come “Man Kills Mankind” e persino una specie di ballad, “Cold Embrace”, brano ricco di chitarre mozzafiato. Il duo Skolnick /Peterson stavolta si supera davvero, riempiendo l’album di classe pura, persino il riff più duro riesce ad essere “melodico” e riconoscibile, senza perdere in ferocia, avete presente quell’alchimia unica che distingue la mera cacofonia dal Metallo? Ecco, quella…

Metteteci un Hoglan si adatta perfettamente allo stile dei due chitarristi, dimostrando una volta di più il suo valore, scegliendo il giusto approccio anche nei pezzi più melodici e un Chuck Billy completamente ristabilito che abbandona quasi del tutto il discutibile growl  adottato quasi a forza negli anni scorsi , per ottenere la perfetta fusione tra il passato ed il presente dei Testament.

Un album da acquistare ed adorare senza dubbio alcuno, per uno dei gruppi che ha saputo imparare dai propri errori.

Bentornati, finalmente…

Tracklist:

01. ‘Rise Up’
02. ‘Native Blood’
03. ‘Dark Roots of Earth’
04. ‘True American Hate’
05. ‘A Day in the Death’
06. ‘Cold Embrace’
07. ‘Man Kills Mankind’
08. ‘Throne of Thorns’
09. ‘Last Stand for Independence’

Bonus Deluxe Edition Tracks:
10. ‘Dragon Attack’ (Queen cover)
11. ‘Animal Magnetism’ (Scorpions cover)
12. ‘Powerslave’ (Iron Maiden cover)
13. ‘Throne of Thornes’ (extended version)

Voto:

 

L’assaggio del disco:”Native Blood”

 

Ma perchè noto solo il cappottino da immigrato slavo anni 90 di Alex Skolnick?

16 commenti su “Testament- Dark Roots of Earth

  1. Mmmmh….Il brano che hai postato non mi acchiappa parecchio. Spero nel disco nella sua interezza. Ma già è uscito?
    A proposito di “trasce” a me quest’anno è piaciuto parecchio l’esordio dei 4 Arm
    Submission For Liberty. Se ti capita….

    • Ottima segnalazione Fando! Ho ascoltato qualcosa su IùTiub, davvero bravi…io ti posso consigliare gli HAvok se non l’ho già fatto. “Time is Up” è un thrash classico massacrante, niente di originale ma assai convincente.

  2. Slurp, slurp…Mi vado subito a sentire gli Havok sul tubazzo….O meglio stasera perchè fra un po’ saro’ impegnato (sigh…). Anche i 4arm non sono originali, anzi. Ma…chissenefrega! Un disco deve piacere e basta. Le pippe sull’autocitazionismo, la derivatività, l’evoluzione a tutti i costi, la teoria del terzo album e chi piu’ ne ha ne metta le lasciamo agli pseudometalintellettualoidi delle altre uebzine, nevvero??? ahahahahaha

  3. Fico ‘sto dischetto… mi è piaciuto un bel po’, più del precedente. Finalmente c’è un ritorno ad aperture melodiche, e finalmente Chuck torna a sfruttare a dovere la voce. A me The gathering non ha mai fatto impazzire, sinceramente, a parte quei 4-5 pezzi, per cui questo ultimo album lo trovo molto buono, decisamente vicino al loro miglior periodo anni ’80-’90 🙂

    • Infatti è molto più vario delle loro ultime cose, anche se a me “The Gathering” piace, hanno composto dei pezzi fantastici che non ti fanno guardare la tracklisti sul CD per capire a che punto sei… 😉

  4. Tra i dischi dell’anno senza se e senza ma. E chi cazzo se l’aspettava. E’ un periodo che i dischi migliori li cacciano le vecchie glorie (io a ‘sto punto mi aspetto qualcosa pure dai nuovi Slayer e Metallica, anche solo perché è confermato Rubin alla consolle). Da una parte è bello, dall’altra sai che non durerà per sempre. Toccherebbe fare una riflessione ampia sull’argomento

  5. Mmmh…Mi dispiace dissentire dall’entusiasmo generale. Ma a me sembra un album un po’ “loffio”. O almeno mi da quell’impressione. Lo ascolto e lo riascolto. Ho mandato a memoria riff e ritornelli, ma alla fine mi sembra un disco nel quale hanno “giocato sul sicuro”, riproponendo un thrash un po’ datato e stra-sentito. Anche se all’apparenza alcuni brani sembrano molto aggressivi mi sembra come di vedere un combattimento di wrestling….tutto un po’ artificioso. Non sto dicendo che sia un brutto album, ma non riesco a “sentirlo”. Alla fine mi distraggo. Insomma non mi da la stessa carica che mi dava ad esempio il precedente che reputo un po’ piu’ potente e genuino.
    Gli Havok, mi sono piaciuti veramente un bel po’. Ho apprezzato anche la voce del singer sporca e graffiante. Il disco è veloce e trascinante. Nulla di nuovo, ma come si diceva in un precedente post veramente ben composto, suonato e soprattutto interpretato. Veramente un bel disco. L’ho ascoltato tantissimo sul tubo (c’è un full-album upload) e sabato l’ho ordinato perchè è un tipo di thrash che potrei ascoltare tutto il giorno come sottofondo senza mai annoiarmi un istante. E bravo Helldorado! Denghiu’ veri macce per la segnalazione.

    • Prego e ricambio il tenchiù veri macce per la segnalazione dei 4Arm, molto interessanti e convincenti. Buon album con qualche pezzo meno vivo, ma davvero bravi. Sui Testament non so cosa dire, io lo trovo davvero ottimo, con quelle chitarre e quella voglia di non suonare la stessa canzone dall’inizio del disco fino alla fine. Magari fra qualche tempo ti crescerà come l’ultimo dei KReator…chi lo sa?

  6. Forse hai ragione.Questo è un periodo poco sereno per me. Probabilmente non sono mai pienamente rilassato quando ascolto nuovi dischi e il mio giudizio ne risente. Mi auguro di rimangiarmi questo post fra qualche tempo… 🙂

  7. arrivo tardi… ma meglio tardi che mai. E’ il primo dei T che ascolto: bellissimo. voglio sentire anche i rpimi abum. grazie per le segnalazioni

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