Satan- Life Sentence


cover_lLa storia di questa leggendaria band è quasi un manuale di come non si debba portare avanti una carriera musicale. Cominciano col botto nel 1979 e un disco meraviglioso come “Court in the Act”, citato nello speciale sui migliori dischi della NWOBHM, poi cambio di nome ed avvicendamento al microfono tra Brian Ross e Lou Taylor e nascono i Blind Fury . Un solo disco intitolato “Out of Reach” e tornano a chiamarsi Satan senza farsi mancare un nuovo cambio al microfono con l’ingresso di Michael Jackson, un omonimo dellla pop star che amava i bambini (ehm ehm…). Altro cambio col ritorno al nome Pariah, due album e lo scioglimento. Reunion a nome Pariah nel 1997, tempo di far uscire un nuovo album e poi più nulla. Tornano come Satan per uno show commemorativo al Wacken nel 2004 ma la reunion ufficiale avviene solo nel 2011.

Anche se raccontata a grandi linee è una storia intricatissima ed incomprensibile, buona per film comici alla Spinal Tap. E se è vero che gli inquieti inglesi hanno sempre dedicato al Metallo dischi eccellenti ad ogni incarnazione del gruppo, è vero anche che il continuo cambio di nome li ha penalizzati e non poco.

Il ritorno come Satan viene salutato da un album antico e fuori dal tempo, pieno di sapori dimenticati che troppi hanno cercato e cercano invano di riproporre oggi. I dischi di revival NWOBHM infatti sono spesso un concentrato di noia e scopiazzature fatte da gente che non può conoscere la materia che sta copiando. Come quando al Liceo copiavi i compiti di Matematica,  li copiavi senza capirci un cazzo, limitandoti a decifrare i segni di quelle formule meccanicamente, una specie di amanuense che non sa leggere.Pentacle_top album

E’ per questo che i Satan convincono con un album che suonato da altri risulterebbe vecchio e stanco, sanno quello che fanno e come scrivere del buon Metallo classico come una volta. Dentro “Life Sentence” ci si diverte come se fossimo negli anni 80, con canzoni energiche e trascinanti,  figlie di un periodo che non tornerà mai più, riuscendo ad incantare ancora. Non è un’ammirazione che nasce dalla semplice nostalgia, gli Inglesi ci danno dentro con dei pezzi memorabili, senza cadere nella trappola dell’autocitazione nonostante l’evidente omaggio al tempo che fu. Considerando quanti vecchi leoni oggi si arrabattano per scrivere degli album mediocri, impressiona ancora di più la quantità di energia e il valore di un disco meraviglioso da ascoltare a tutti i costi.

Classico e come tale fuori dal tempo.

Tracklist:

01. Time To Die
02. Twenty Twenty Five
03. Cenotaph
04. Siege Mentality
05. Incantations
06. Testimony
07. Tears Of Blood
08. Life Sentence
09. Personal Demons
10. Another Universe

Voto:

4stelle

L’assaggio del disco:”Siege Mentality”

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I Satan nel tempo libero reclamizzano occhiali da neve