Entheos – Time will take us all


a1201304143_10Un principio inequivocabile dell’esistenza umana è che non si sfugge allo scorrere del tempo, nessuno hai mai nemmeno pensato di poter affermare il contrario. E’ uno degli argomenti dove si rischia di essere assai banali, eppure cela un’amara consapevolezza che può fare male se spogliata dagli occhi del luogo comune. Gli Entheos se lo prendono il rischio, andando a comporre un insieme di canzoni che lasciano il segno e provano ad uscire dalla veloce consunzione odierna, “l’eterno presente che capire non sai”, diceva qualcuno decenni fa. L’illusione di restare, di lasciare un segno, oggi ulteriore luogo comune quasi più ingombrante del primo. Il disco, come orgogliosamente affermato dal gruppo, è pensato per essere ascoltato nella sua interezza, alla faccia di tutti quelli che pubblicano un pezzettino alla volta o un EP miserrimo, una prima dichiarazione d’intenti che già bendispone. Un viaggio sentito, dai testi irrinunciabili poggiati su una musica eccellente, ricca di tecnica mai fine a se stessa. Un Death che si ammanta di contorcimenti sonori e melodia, voci pulite e giri di basso sgommoni come da copione. Guai però ad aspettarsi un pappone masturbatorio indigeribile con dei testi rubati a trattati di fisica o che so io. Gli Entheos riescono a modulare le pulsioni più infingarde proprie di ogni grande musicista sottomettendo questo florilegio di tecnica a canzoni che carpiscono l’orecchio e il cuore di chi ascolta. Un plauso alla cantante Chaney Crabb capace di variare il suo efficace cantato estremo da suoni ultra gutturali a urla disumane, inserendo quando opportuno una delicata voce pulita. Non sono secondi sia Navene Koperweis, polistrumentista già in forza a numerose band ameregane ed Evan Brewer (Fallujah tra i tanti) al basso nel creare un turbine di note che rifugge l’onanismo. Quaranta minuti sono sufficienti per costruire un album meraviglioso, ricco di calore umano e schiaffoni come si deve. Uno di quegli album con qualcosa da dire, non messo insieme tanto per andare in tour. Una sorpresa dalla leggendaria Metal Blade, alla quale va il plauso di essere riuscita a restare al passo con i tempi, riuscendo a sfruttare i social per promuovere le proprie uscite.

Voto: 

4stellee mezzo!

L’assaggio del disco: “I Am the Void”

 

Il disco della settimana su Twitch: Death – Individual Thought Patterns


Ogni settimana sul mio canale Twitch inserisco alle mie spalle un disco dalla mia collezione, ho deciso di scriverci due righe con una rubrica apposita. Se passate di là, salutatemisenza impegno. Certo, se non seguite il canale mi fate un po’ male ma vi adoro lo stesso. Per le puntate precedenti clicca QUI

Dicembre è un mese che amo, eppure è un mese in cui il Metallo ha perso nel corso degli anni tanti talenti, per le cause più disparate. Chuck è uno di questi e anche a distanza di molti anni fa ancora male. uno per cui la parola “genio” non è spesa alla leggera come si è abituati oggi. Il destino di chi va via troppo presto, un vuoto che scatena le mille domande a cui nessuno potrà mai rispondere e quella, immancabile: chissà cosa avrebbe potuto fare ancora?

Non è dato sapere, non vogliamo sapere. Le mille raccolte uscite raschiando veramente il fondo del barile in cerca di qualche perla postuma, non sono d’aiuto. Meglio concentrarsi su quanto Schuldiner ci ha lasciato, quei pochi dischi così enormi da far paura.

Ed “Individual Thought Patterns” paura ne fa.

Un lavoro a dir poco incredibile, l’ennesimo passo evolutivo nella carriera di una band che non ha fatto un disco uguale all’altro restando sempre nell’alveo di un sound riconoscibile e mai più eguagliato. Una formazione da brividi intanto: La Roque, Di Giorgio, Hoglan. Oltre al “napoleonico” Chuck come lo definì il “Vate” che non oso nominare altrimenti mi denuncia per stalking (ovviamente è una boutade). Nomi che se fossimo vissuti nell’età classica, sarebbero stati immortalati ed omaggiati ancora viventi in un florilegio di statue e monumenti. Non si può parlare di un disco così senza citare la mostruosa visione del leader, la sua incredibile abilità nel confezionare testi e musica che vanno oltre il semplice ABABC o strutture meno convenzionali per fare i fighetti. Qui dentro ci si arricchisce, si cresce, si migliora l’animo. E si scapoccia come non mai, non crediate sia una roba pretenziosa. Gli Opeth ancora non esistevano, tranquilli. Quella copertina poi, un opera d’arte (non come la intendiamo nella Gallery chiaramente), ascoltare i pezzi del disco ammirandola crea una consapevolezza ed un nuovo livello di profondità, soprattutto dei testi. Ad una certa età ancora funziona, ve lo assicuro.

Io ne posseggo due copie, la prima edizione in Cd e la remaster che fece la Relapse anni dopo, con un sound lievemente più corposo ma utile come disegnare le mutande al David di Michelangelo.

Non c’è etichetta che si possa affibbiare, non esiste vocabolo che sostituisca l’emozione di ascoltare questo profluvio di note e schiaffoni. Solo il caldissimo consiglio di prenderlo, ascoltarlo e goderne. E quando qualcuno vi dice che il Metallo non vale niente, non è Arte, o qualche altro luogo comune, non rispondetegli neanche. Lo sapete che non è così, è lui che non sa cosa si perde.

p.s. in questo fine dicembre ci sono pochi dischi da affrontare, forse tiro su un recuperone, tocca al 2020 direi…

Tutti gli Album del 2015 che non sono stati recensiti su R.A.M. -parte 2-


 

Seconda parte del mega-recupero di dischi non recensiti nel corso del 2015. Se avete perso la prima parte la trovate cliccando qui. Non perdiamoci in altre chiacchiere e via col secondo listone:

Cattle Decapitation- The Anthropocene Extintion

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Grind-Death furioso per un massacro garantito, i Cattle Decapitation mostrano ancora una volta come si bastona senza risultare monotematici. Forse un pelino inferiore a “Monolith of Inhumantiy”, resta comunque Metallo ferocissimo di grande pregio.

Pentacoli figati:3 e mezzo!

Clutch-Psychic Warfare

dd

Questo è un disco bomba ragazzi e mi rammarico che non abbia avuto modo di recensirlo per bene. Energia, rock’n roll, qualche spruzzo di Motörhead per un disco che se non è un capolavoro, poco ci manca. Disco assurdamente divertente ed adrenalinico.

Pentacoli figati: 4

Dagoba-Tales of the Black Dawn

ff

Sempre efficaci questi Franzosi nel portare avanti il loro discorso Industrial-Death con personalità. Moderni, melodici e pestoni quanto basta. 

Pentacoli Figati:3

Devil You Know-They Bleed Red

ddd

Il primo disco non era malaccio, Metallo moderno come si deve e al quale Howard Jones donava una certa personalità col suo timbro riconoscibile. “They Bleed Red” è molto meglio, le canzoni sono migliori e tutto fila liscio.

Pentacoli figati:3 e mezzo!

Dew-Scented-Intermination

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L’ennesimo capitolo di una storia tutta uguale. Slayer-At The Gates frullati insieme per un album che dura nella memoria quanto lo spazio di una scoreggia, pur brutale e sonora.

Pentacoli figati:2

Disturbed-Immortalized

ff

Un ritorno tutto sommato soddisfacente quello dei Disturbed. La minestra ha sempre lo stesso sapore, diverte senza stupire troppo.

Pentacoli figati:3

Lande&Holter-Dracula-Swing of Death

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La meravigliosa voce di Lande spazia in lungo e in largo in questo affresco Heavy dai toni pomposi e lirici. Non esce tutti i giorni roba del genere, un ascolto è per lo meno dovuto anche solo per la prestazione di Jorn Lande.

Pentacoli figati:3 e mezzo!

Drudkh-A Furrow cut short

ff

Dalla fredda Ucraina tornano i Drudkh con un album diretto di Black Metal, carico di toni epici ed una sottile vena malinconica che striscia sotto la pelle di questo bellissimo lavoro. Se non li conoscete è un buon pretesto per farlo con questo disco.

Pentacoli figati:3 e mezzo!

Eldritch- Underlying Issues

dd

Vanno avanti senza remore i toscani Eldritch, alfieri di un Prog Metal sempre ricco di spunti. Un album dove il valore della band viene confermato, non è da tutti non finire mai sotto la sufficienza nell’arco dellapropria carriera.

Pentacoli figati:3 e mezzo!

Forgotten Tomb- Hurt yourself and the ones you love

gg

Ancora Italia e ancora Metallo di qualità, stavolta però siamo su territori più estremi: Black Metal che si contamina col Doom ed elementi sludge efficacissimi. L’album è una botta, ricco di ottima musica, non uscirà facile dalle vostre orecchie se gli concedete fiducia.

Pentacoli figati:3 e mezzo!

Frantic Amber- Burning Insight

ddd

Band al femminile proveniente dalla Svezia dedita ad un Death Melodico tipico di quelle parti. Non sorprende manco un po’, ma le ragazze hanno stoffa e convincono. Vedremo se in futuro riusciranno ad esprimersi in maniera più personale.

Pentacoli figati:2 e mezzo!

Fuck the Facts- Desire will rot

dd

Grindcore incazzatissimo e tirato pronto a squagliarvi i timpani. La band esiste dal 1999, io li ho scoperti con questo carico d’odio. Niente male la voce brutale della signorina Mel Mongeon ad accompagnare i violenti proiettili sparati dal gruppo.

Pentacoli figati:3 e mezzo!

Gentlemans Pistols-Hustler’s Row

dd

Per nulla appagato dal ritorno meraviglioso dei Carcass, Bill Steer si concede un’incursione nel rock settantiano che gli piace tanto. Album che spacca i culi, manco a dirlo. Caro Bill ma come fai?

Pentacoli figati:3 e mezzo!

Gorgoroth- Instinctus Bestialis

ff

Infernus riporta il nero verbo dei Gorgoroth alla vita con un album di Black Metal che si contamina con il Death Metal, poco accostabile al passato della band. Prova a stare al passo con i tempi il leader del gruppo, qui in formazione suonava pure il compianto Frank Watkins degli Obituary, con un album solido e pregno di cattiveria sonora. A molti fan non è andato giù perchè dei Gorgoroth ha solo il nome, a me non frega un beneamato e me lo sono goduto.

Pentacoli figati:3

E anche la seconda parte ce la siamo sparata. Appuntamento con la terza, intanto ditemi cosa avevate saltato e se c’è qualcosa di stuzzicante.

Tutti gli Album del 2015 che non sono stati recensiti su R.A.M. -parte 1-


Ogni anno spero di non dover scrivere mai questo post, ma so che è impossibile. I dischi di cui vorrei scrivere”blobbano” ogni mese sempre più voluminosi, in più quest’anno ci sono stati per R.A.M. diversi stop e momenti di “stasi” piuttosto importanti.  Non che mi sia così odioso scrivere quattro righe per disco, voto e via il prossimo, soprattutto per certi album in cui veramente non c’è quasi nulla da dire, eppure un giorno sarò così puntuale e solerte da recensire tutto Tutto TUTTO DA SOLO!!!! AHAHAHAHAHAH!!! (degli infermieri lo sedano a distanza con  delle cerbottane Pic modello “giàffatto?”).

Dopo l’estasi Padre Mustainica(amen!), posso cominciare la sequela degli album saltati nel corso del 2015, in un inutile ordine alfabetico pensate un po’.

 

Abigail Williams- The Accuser

eee

Conosciuti grazie alle segnalazioni di alcuni di voi(mi pare Fando e Doomsberg, ho ragione?) gli Abigail Williams fanno parte di quell’ondata Black-ameregana che a volte regala ottimi dischi. Accuser è uno di questi, ipnotico e rozzo.

Pentacoli figati:3

Amorphis- Under the Red Cloud

ds

Gli Amorphis proseguono nel loro cammino senza spostare troppo il loro sound. L’album fila che è un piacere, pur non sorprendendo i Finlandesi regalano un serie di canzoni piacevoli.

Pentacoli figati: 3

Apophys- Prime Incursion

ss

Una mazzata Death Metal che sotto la produzione moderna nasconde un amore incondizionato per la vecchia scuola, tra echi di Aborted, Vader e Decapitated, gli Apophys, all’esordio, divertono senza troppi scossoni. Vedremo se sapranno dare quel colpo in più nel secondo disco.

Pentacoli Figati:2 e mezzo!

Arcturus- Arcturian

fff

Siamo ben lontani da dischi clamorosi come “La Masquerade Infernale”, per fortuna anche da dischi pretenziosi e piuttosto scialbi come “Sideshow Symphonies”. Un lavoro onesto che in alcuni momenti ci ricorda quanto sia bello non avere barriere nello scrivere musica.

Pentacoli figati:3 e mezzo!

Arkaik- Lucid Dawn

ff

Death Metal ipertecnico apprezzabile soprattutto per le contorsioni musicali più che per la costruzione dei pezzi. Un album per i malati dei tecnicismi, difficile ricordare anche un solo pezzo, non lo consiglierei a chi non ama il genere alla follia.

Pentacoli figati:3

Armageddon- Captivity and Devourment

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Torna il più piccolo degli Amott con i suoi Armageddon ,autori di tre dischi affatto disprezzabili spaziando tra il Death più melodico ed addirittura il Power Metal. In questo album sembrano una versione più dura degli Arch Enemy. Ottime chitarrone, pezzi masticabili con poca fatica e una bella penna. Se non sopportate le fatine dai capelli blu ma sentite il bisogno di un Death Melodico ben suonato, fatelo vostro senza pensieri.

Pentacoli figati:3 e mezzo!

Autopsy-Skull Grinder EP

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Ritornati alla grande con i loro ultimi dischi, gli Autopsy di Chris Reifert divertono e spaccano con questo EP, breve ma ficcante. Perchè cambiare se tutto funziona ancora così bene?

Pentacoli figati:3 e mezzo!

Baroness-Purple

eee

Confesso di averlo ascoltato pochissimo, i cugini complicati dei Mastodon hanno semplificato il loro sound, sempre sorprendente e vario, ma ancora non ho capito se sia stata una buona scelta o meno.

Pentacoli figati:SV

Battlecross- Rise to Power

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Secondo album per la band ameregana in cui l’amore per il Thrash Metal e le sonorità grattugiate si palesano in brani sconquassanti. Potenti ed ispirati, i Battlecross meritano l’ascolto, senza tanti indugi.

Pentacoli figati:3

Black Breath- Slaves beyond Death

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Mattonata lanciata fortissimo alla schiena questo terzo disco dei Black Breath, formazione di cui prima non avevo mai sentito una nota. Death Metal bello gagliardo, intriso da venature Hardcore mai troppo evidenti che vi saprà catturare a dovere. Tosto e compatto, come un mattone appunto.

Pentacoli figati:3 e mezzo!

Black Fast- Terms of Surrender

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Blackened-Death-Thrash per questi ameregani ignoranti ed incazzosissimi. Provate a pensare ai sublimi Goatwhore per capire in che territori ci si muove, aggiungeteci ulteriore furia e un pizzico di tecnica in più. Promossi a pieni voti, senza pensarci troppo.

Pentacoli figati:3 e mezzo!

Blind Guardian- Beyond the Red Mirror

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Album solido che non si discosta dalle ultime produzioni dei “bardi di Krefeld” come vengono spesso definiti. Non l’ho disprezzato, non l’ho particolarmente amato. Davvero, tutto qui.

Pentacoli figati:due e mezzo!

Bodyfarm- Battle Breed

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Va bene l’amore per la vecchia scuola Death Metal(ormai l’Old School Death Metal fa genere a sè), va bene l’integrità. Ma l’album è noiosissimo e sa di già sentito, molto più del consentito. Hanno già esaurito la vena creativa, pardon, copiativa?

Pentacoli figati:1 e mezzo!

Carach Angren- This is no Fairytale

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Pomposi, pretenziosi e magniloquenti. E non in senso negativo, gli olandesi sfoggiano una spiccata abilità nello scrivere pezzi dal sapore orchestrale, lanciandosi in concept albums dalle mille sfumature nere. Black di classe, non per tutti però, quelli tra voi che si annoiano già con le tastierine dei Dimmu Borgir li schiferanno dopo pochi minuti.

Pentacoli figati:3

Fine prima parte giovani, ci vediamo dopodomani con la seconda (e non credo ultima) parte. Avete ascoltato qualche disco tra questi?