Overkill- The Electric Age


Nel 1999 sul palco del Gods of Metal si esibì un gruppo che consideravi da tenere d’occhio, ma che a fine performance adoravi come una nuova divinità. L’energia fuori controllo, il Thrash così personale e la voce di Bobby Blitz, che si era schiantato con la moto qualche settimana prima regalandosi una cicatrice sul viso,  li posero immediatamente tra i tuoi gruppi preferiti. Eppure quel giorno non si sentiva quasi un cazzo quando Tim Mallare partiva con la doppia cassa, a causa dei volumi degli strumenti scelti professionalmente a caso.

Da allora hai recuperato ogni loro uscita, anche quelle che si potrebbero definire senza paura e con poca educazione delle “cacate”, e quando “Ironbound”  ha preso possesso delle tue orecchie due anni fa  è stato chiaro che avevano ancora qualcosa da dire a tutti, non solo a chi stravede per loro. “Electric Age” si pone con lo stesso intento, sembrano sfidarci gli Overkill già dalla prima canzone “Come and Get it”, che non è uno slogan sfilacciato dagli abusi ma un vero intento programmatico. Venite e prendetene tutti di bastonate sul grugno, che ce n’è quanto basta. Una caterva di riff  cazzutissimi che farebbero rizzare i capelli pure a Tesla, che di elettricità ne sapeva, quel genere di riff che ti scuote le interiora andando a toccare i punti sensibili della tua Metallaritudine, riattivando la circolazione e garantendo una vita sana.(?)

Non c’è quiete, non c’è riposo, ma solo tanto Thrash durissimo eppure melodico, quella miscela che solo i gruppi che sanno scrivere Metallo di un certo livello riescono a distillare.

Un acquisto obbligato anche se oggettivamente un po’ figlio del suo predecessore. Ma finchè  i brani corrono così spediti siamo tutti contenti…

Tracklist:

1. Come And Get It 
2. Electric Rattlesnake 
3. Wish You Were Dead 
4. Black Daze 
5. Save Yourself 
6. Drop The Hammer Down 
7. 21ST Century Man 
8. Old Wounds, New Scars 
9. All Over But The Shouting 
10. Good Night

Voto:

L’assaggio del disco:”Electric Rattlesnake”

Dopo il concerto Bobby si aggirava tranquillo tra i fan. Allora si andava ai concerti con le Kodak "Usa e Getta" per rimediare qualche foto...

 

Star One- Victims of the Modern Age


Un disco spaziale questo ultimo(già sei partito male…). RESET

Arjen Lucassen è un olandese che sulla sei corde vola, vola talmente che…(fermate non fa sta battuta…perderesti dai 100 ai duecento lettori)RESET

Il nuovo parto della mente di Lucassen è un nuovo disco a nome Star One, il progetto “Space Metal” del talentuoso chitarrista olandese. “Victims” è un disco fantastico, particolare e vario: particolare perchè le dinamiche prog, heavy sono “guarnite” da effetti elettronici e synth che contribuiscono a rendere l’atmosfera dei pezzi davvero “spaziale”. Come accadeva nel primo disco, Arjen ha ingaggiato dei cantanti superlativi per dare voce ai personaggi delle sue canzoni, ma attenzione questo non è un concept vero e proprio; ogni traccia è ispirata da un film di fantascienza e le composizioni cercano di ricreare l’atmosfera per rendere al meglio la trasposizione musicale delle pellicole, riuscendoci in maniera magistrale. I pezzi sono efficaci sia quando si va in velocità, come nell’opener “Digital Rain” dedicata al primo film della forzata trilogia di Matrix, sia quando i tempi rallentano in brani evocativi, come nell’intensa “24 Hours” deidcata al mitico “1997:Fuga da New York”. Diversi cantanti dicevamo, superbe sono le voci di Russell Allen, Damien Wilson, Floor Jansen e Dan Swano, tutti perfettamente calati “nella parte”.

Alcuni magari mal sopporteranno la particolarità di alcuni synth, oppure l’insistenza sull’ “escamotage elettrico” può sembrare ridondante, ma questo è un album di Lucassen, quindi le persone col paraorecchie è meglio che ne stiano alla larga!

Tracklist:

1. Down The Rabbit Hole (1:20)
2. Digital Rain (6:23)
3. Earth That Was (6:08)
4. Victim Of The Modern Age (6:27)
5. Human See, Human Do (5:14)
6. 24 Hours (7:20)
7. Cassandra Complex (5:24)
8. It’s Alive, She’s Alive, We’re Alive (5:07)
9. It All Ends Here (9:46)

e giusto per specificare mglio

Line-up:
Vocalists
Russell Allen
Damian Wilson
Dan Swanö
Floor Jansen

Instrumentalists
Arjen Anthony Lucassen: guitars, hammond, mellotron, minimoog, solina strings
Ed Warby: drums
Peter Vink: bass
Joost van den Broek: keyboard solos
Gary Wehrkamp: guitar solos

 

Voto:

 

 

 

Un assaggio obbligato, la sopracitata Digital Rain.

Un foto dal forte richiamo fallico per Mr. Lucassen...