Dite “Amici” ed entrate!


Ricordo che domani ci sarà sul canale Twitch dei TheHatCat_live ci sarà questa robina qui.

Accorrete numerosi, la portata dell’evento è galattica. Aggiungo solo una cosa, avrete notato il silenzio di questi giorni su R.A.M. Ebbene, la mia situazione mentale è un po’ tipo questa:

spero possiate comprendere.

Il ritorno delle zine (leggete bene)


Come si diceva un tempo,

“riceviamo e pubblichiamo”

Sdangher è una fanzine che si occupa di heavy metal, pornografia, vita equina, guerre batteriologiche, malefici, cinemalsano, letteratura proibita e qualsiasi altra amenità susciti la nostra vorace e deficitaria attenzione. Vi troverete approfondimenti sulle band più fighe, su film e libri sanguinevoli, su casi di attualità malata e difficilmente assimilabile dal tessuto pantalonaro del giornalettismo quotidiano. Soprattutto Sdangher tenterà di fare qualcosa che è sempre meno praticato nei vari contesti divulgativi dell’odierna medianità social, vale a dire assemblare in modo dialettico e selvaggio, argomenti ormai scorporati e trattati a comparti stagni. Dal metallo si comincia e non si sa dove si arriva, né cosa troverete lungo il cammino.

Tutto questo e molto altro nelle 44 pagine, in bianco e nero, in formato A4, che compongono la prima uscita di Sdangher. Un prolungamento, un estensione del blog su internet, che continua a proporre le sue attività, ma che sulla carta approfondirà ulteriormente e in modo accurato, tutto quello che necessita essere fissato meglio nero su bianco. Oltre a Francesco”Padrecavallo” Ceccamea, in questa avventura fanzinara ci saranno i collaboratori di sempre, Alessandro Viti, Simon Broglio, Roger Kemper, e i recenti acquisti ovvero Marco Tripodi e Marco Grosso.

La prima tiratura è di 50 copie, con in omaggio un dossier in A5 a cura di Marco Tripodi su Atrocity e Leave’s Eyes, e la copertina è creata da Enzo Rizzi in esclusiva.

Per avere le copie e per ogni contatto:

EMAIL: francesco.cecca@hotmail.com

SITO UFFICIALE: www.sdangher.com

Buona fortuna al Ceccamea e alla congrega di coraggiosi!

Nick Menza 1964-2016


Non ci volevo credere, dopo due giorni di assenza totale da Social network e Internet ho appreso la notizia pochi minuti fa, accedendo a Facebook. Nick Menza è deceduto per un’insufficienza cardiaca a soli 52 anni. Stava suonando insieme ad un altro ex-Megadeth, Chris Poland e la sua band OHM, un progetto jazz-rock che ha pubblicato tre album. Nick stava suonando quando si è accasciato sul suo drumkit, a nulla è valso il trasporto in ospedale dove è stato dichiarato morto. In questo 2016, anno che ricorderemo per aver falciato molti artisti come Lemmy e Bowie , per citarne solo un paio, si aggiunge il povero Menza. Un batterista potente, tecnico, che avevo amato durante gli anni della mia adolescenza. Menza ha segnato col suo drumming alcuni dei pezzi più celebri della band di Padre Mustaine, non solo il mastodontico lavoro su “Rust in Peace” ma si è sempre distinto anche in lavori come “Youthanasia” e “Countdown to Extinction”.

Mustaine aveva provinato Menza per una reunion nel momento in cui Drover aveva lasciato il gruppo, purtroppo però i due non erano giunti ad un accordo e la cosa era sfumata, dando spazio a Chris Adler dietro le pelli.

Ricorderò sempre il megaposter dei Megadeth dal quale Menza mi guardava sottecchi, le sue rullate, la sua grande abilità dietro la batteria.

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Ciao Alberto


Ieri Alberto Bonanni, pestato a sangue tre anni fa da un gruppo di esseri ignobili, ha smesso di respirare. Non si è mai ripreso da quella brutta notte e forse la morte è un sollievo rispetto alla vita-non-vita a cui era stato condannato.

Una consolazione che non basta a mitigare il dolore per la sua scomparsa. Ciao Alberto, mi mancherai.
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