Ogni settimana sul mio canale Twitch inserisco alle mie spalle un disco dalla mia collezione, ho deciso di scriverci due righe con una rubrica apposita. Se passate di là, salutatemi, senza impegno. Certo, se non seguite il canale mi fate un po’ male ma vi adoro lo stesso. Per le puntate precedenti clicca QUI
Anni or sono, quando uscì questo gioiello me ne innamorai perdutamente, irretito dall’entusiasmo degli immortali Dei del Metallo che ci suonavano dentro. Dio, in primis era in stato di grazia e questo disco è un’ottima chiosa alla sua carriera, un capitolo finale che allora ci illuse. Credemmo che sarebbe stato un nuovo inizio per quei Sabbath , purtroppo Dio ci lasciò e questo album funse da testamento artistico (insieme al live uscito postumo, trovate le recensioni di entrambi i dischi qui.) Ascoltarlo oggi, sapendo che è un unicum, un evento in cui si sono allineati gli astri per permetterne la creazione, dona una strana sensazione. Soprattutto fa emergere la consapevolezza che il tempo passa anche da quando c’è Internet, illusoria realtà dell’eterno presente. Sembra ieri come si dice, ma quando lo recensii vivevo un’altra vita ed ero convinto di cose che anni dopo mi sono scoppiate in mano. A parte queste considerazioni l’album è magistrale, classico eppure fresco, piacevole: un Metallone pesantissimo suonato da gente che in pratica, lo ha inventato decenni prima. Non ha lo stesso sapore un po’ falso di “13” dei Black Sabbath, album affatto male, ma lontano dai picchi di questo. Non ha nemmeno la stanchezza di certi album di Dio. Il diavolo che conosciamo era ed è in piena forma, libero e felice di esserlo. Suoni eccellenti, canzoni da breviario nero e tanto da insegnare ai giovanotti. Una perla unica, un viatico per conoscere o riscoprire dei classici del Metallo che covano sotto queste canzoni.
Va ascoltato senza remore, oggi più di ieri.
Rude Awake Metal 